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venerdì 13 giugno 2014

Gli ittiti, i nemici giurati degli antichi egizi.

Gli ittiti, un antico popolo di guerrieri.
di Pierluigi Montalbano

Stanziati nell’Asia Minore, furono importanti per gli avvenimenti dal 1800 al 1200 a.C. e, dopo questa data, in Siria e Mesopotamia, fino all’VIII a.C.
Di lingua indoeuropea, gli ittiti si sovrapposero a popolazioni autoctone e formarono, con la capitale Hattusa, un regno che lottò con gli egizi per il dominio in Siria.
La loro storia inizia con Khattushilish I e con suo figlio, Murshilish I, che si impossessò di Aleppo in Siria, rovesciando dal trono l’ultimo re della prima dinastia di Babilonia in un’incursione lungo l’Eufrate nel 1530  a.C. Successivamente sconfisse gli Urriti in Mesopotamia. La figura più rappresentativa dell’antico regno è Telepinu, che emanò una raccolta di leggi in lingua ittita. Tra i re del nuovo regno si distinguono Tutkhaliyash II, Khattushilish II, Tutkhaliyash III, che frenò le incursioni dei Kashka, insediati a Nord della capitale, e Suppiluiuma I, con cui il regno raggiunse la massima potenza. La sua morte ebbe per conseguenza una ribellione delle numerose nazioni sottomesse, sedata dal successore Murshilish II. Anche suo figlio Muwatalli affrontò i ribelli, ma la sua più grande impresa militare fu quella contro gli Egiziani, culminata nella battaglia di Qadesh del 1296 a.C. vinta contro il faraone Ramesse II. La pace con l’Egitto fu conclusa da Khattushili III, con un trattato tramandatoci in due redazioni. Successivamente il regno ittita decadde progressivamente, finché sotto l’urto di invasori venuti dal mare l’impero si sfasciò scomparendo dalla storia, anche se in alcune regioni fu sostituito dal regno dei Frigi.

 Le notizie e i dati archeologici sono cospicui per la capitale Hattusha e per altre città come Boǧazköy, Alaca, Alişar, Hüyük, Kuşaklÿ e Ortaköy.
I santuari sono ben documentati, come pure gli edifici amministrativi, mentre assai minori sono i dati sulle residenze reali e sullo sviluppo dei centri urbani.
Oltre all’ittita, lingua ufficiale del regno, si parlavano in alcune regioni altre lingue indoeuropee, le antiche lingue autoctone, come il khattico, cioè la lingua dell’antica capitale Khattu, il luvico, il palaico, e la lingua urrita, diversa da tutte le altre.
La religione era politeistica come le altre dell’Asia occidentale. Il pantheon accolse molte divinità straniere, soprattutto delle nazioni microasiatiche sottomesse. Si riscontrano pure divinità sumeriche, babilonesi e urrite. A capo del pantheon stava il dio nazionale, divinità della tempesta e della folgore, affine all’Adad assiro e al Teshup urrita. Sua paredra era la dea solare di Arinna, originaria di Khattu; Telipinu corrispondeva alTammuz babilonese e assiro.


Gli ittiti avevano molti miti  e tradussero dal babilonese l’Epopea di Gilgamesh e alcuni miti urriti. Praticavano la mantica e la magia, avevano molti testi di scongiuri, inni agli dei e testi rituali, anche questi di origine mesopotamica.

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