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venerdì 10 giugno 2011

Dove erano collocate le prime Colonne d'Ercole? 1° parte di 2


Le prime colonne d’Ercole degli antichi erano quì.
di Antonio Usai


Dopo aver localizzato le colonne d’Ercole nel canale di Sicilia, era necessario, per fare chiarezza su alcune cose, e anche per curiosità, individuare il punto del canale in cui erano situate. Ci ho provato e, per farlo, ho avuto bisogno di due nomi: Annone (V a.C.) e Aristotele e di alcune foto satellitari.
Prima di iniziare a parlare di Annone con quel suo viaggio oltre le colonne d’Ercole, vorrei fare una piccola premessa: nei libri antichi letti da me, quelli compresi nel periodo che va dal VI fino a tutto il IV a.C., quando nell’argomento trattato sono incluse le colonne d’Ercole, sembra che gli autori perdano l’orientamento e non riescano più a capire dove siano l’occidente e l’oriente. Questo strano disorientamento è spiegabile col fatto che gli studiosi partono dal presupposto che le colonne d’Ercole siano sempre state a Gibilterra, anche se in molti libri, compresi nel periodo sopraccitato, fatti i dovuti riscontri, i conti non tornano. Ed è quanto succede al viaggio di Annone, il testo del quale, che è composto da 18 passi, al 1° recita: “Per volere dei cartaginesi Annone navigò fuori delle Colonne d’Eracle e fondò città di libifenici. E navigò portando con sé 60 penteconteri e una folla di uomini e donne, in numero di tremila; e viveri e le altre provviste”. Poi inizia il racconto di Annone che al 2° passo recita: “Così salpati, superammo le colonne d’Ercole e navigammo nel mare esterno per due giorni, fondammo una prima città, alla quale demmo il nome di Timiaterio: sotto a questa c’era una grande pianura”. Sorvolando sul fatto, per non sembrare pignoli, che se Annone avesse superato Gibilterra avrebbe dovuto dire: “navigammo nel mare esterno verso meridione per due giorni”, a meno che non avesse fondato quella città in mezzo all’Atlantico, facendo dei piccoli calcoli sapendo che in quel periodo per fare il tratto Cartagine-Sardegna si impiegavano all’incirca due giorni di navigazione, Annone è arrivato, esagerando, nei pressi dell’attuale Casablanca. Poi continua con il 3° passo che recita: “Salpati poi verso occidente raggiungemmo Solòeis, un promontorio libico folto di alberi”. La decisione presa da Annone con la frase “Salpati poi verso occidente”, che significa “sciolti gli ormeggi e preso il largo verso occidente”, è possibile solo in due condizioni : la prima è che questo promontorio Solòeis si trovi in un’isola in mezzo all’Atlantico; ma questa condizione è da scartare perché Annone dice che questo promontorio si trova in terra libica. La seconda, e unica condizione possibile, è che quel promontorio si trovi all’altro capo di un golfo abbastanza profondo, e che sia, per trovarsi verso occidente, all’incirca alla stessa altezza del capo dal quale è salpato. Ebbene, se cercassimo nel tratto costiero da Gibilterra fino alla Liberia, un lembo di terra con quella conformazione, non la troveremmo. In quel tratto d’Africa si va, inevitabilmente,sempre verso meridione (vedi foto).


Basterebbe questo per scartare l’ipotesi dell’ambientazione del viaggio di Annone nell’oceano Atlantico. Ma per allontanare anche ogni più piccolo dubbio, dobbiamo trovare la vera ambientazione. Quindi proseguiamo nel nostro “viaggio”. Ho scritto, poche righe più su, golfo abbastanza profondo perché uno dei motivi per cui quel golfo deve avere quella caratteristica è che la stessa giustificherebbe, a mio avviso, la decisione di Annone di salpare verso occidente, per evitare di costeggiare il golfo; oppure, magari, voler visitare prima quel promontorio Solòeis e dopo costeggiare il golfo a ritroso. Infatti nei passi successivi, il testo recita: 4°): “In quel luogo innalzammo un tempio a Posidone, e poi di nuovo ci siamo diretti a oriente per mezza giornata, finchè raggiungemmo un lago prossimo al mare” e termina il passo facendo una piccola descrizione della flora e della fauna del posto. Annone è tornato indietro di mezza giornata, e mi viene il sospetto che, in questo viaggio, non andrà oltre il promontorio Solòeis. 5° passo): “Superato tutto quanto il lago con un giorno di navigazione, fondammo sulla costa delle città, alle quali abbiamo dato i nomi di Muro Carico, Gutta, Acra, Melita e Arambi”; quando Annone dice di aver superato il lago, ho avuto la netta sensazione che con quel lago iniziasse il golfo (dalla parte del promontorio Solòeis), perché Annone non dice in quale direzione supera quel lago, e, inoltre, perchè mi sembrava strano che di quel promontorio facesse parte, oltre a quella” mezza giornata verso oriente”, anche un lago molto esteso e tutte quelle città fondate sulla costa. Poi al sesto passo succede che: “ E poi, salpati di lì, giungemmo al grande fiume Lisso (qui fecero amicizia con gli abitanti del posto, i nomadi lissiti coi quali rimasero un certo tempo)”. In questo passo Annone prende di nuovo il largo, non dice in quale direzione, ma percepisco chiaramente che è andato dall’altra parte del golfo. Poi seguita con il settimo passo che recita: “Al di sopra di questi, invece, abitavano degli etiopi inospitali, che possedevano una terra piena di bestie feroci, percorsa da grandi monti…” e il passo termina con la descrizione di quegli abitanti. Ma quel “Al di sopra di” equivale a “Dietro a”, e non inteso come se dicesse “a nord di”. Per gli antichi, il punto di riferimento era il mare; le popolazioni che abitavano dietro quelle costiere, venivano indicate come “sopra di o sopra a”. Un esempio calzante è: l’Alto e il Basso Egitto. L’Alto Egitto era la parte a sud dell’ Egitto, mentre il Basso era quella a nord . Proseguiamo nel nostro viaggio: subito dopo aver letto il 7° passo, ho avuto la sensazione che Annone, stesse costeggiando verso nord, arrivando quasi sicuramente nei pressi del luogo da cui è salpato verso occidente. Poi arriva l’ottavo passo in cui, di colpo, tutto ha un senso, e prendono forma quei sospetti, quelle sensazioni e quelle percezioni che mi hanno accompagnato in questo “viaggio”. Perché in questo ottavo passo, che assieme al terzo è determinante per capire questo viaggio di Annone oltre le colonne d’Ercole, si rilevano due dati risolutivi: 1°) la conferma definitiva che il viaggio non è ambientato nell’Atlantico e, di conseguenza, le colonne d’Ercole non possono essere assolutamente a Gibilterra. 2°): descrive chiaramente e perfettamente la zona in cui si svolge il viaggio. Il passo ottavo recita: “ Presi degli interpreti dai lissiti, costeggiammo il deserto per due giorni verso meridione; e, da quel punto, di nuovo verso oriente per un giorno. Lì trovammo, in fondo a un golfo, una piccola isola, del perimetro di cinque stadi, che abbiamo colonizzato dandole il nome di Cerne. E abbiamo fatto la supposizione che essa si trovasse, rispetto al periplo, alla stessa altezza di Cartagine: infatti ci sembrò uguale la navigazione da Cartagine alle Colonne e da lì a Cerne.”. Ebbene quest’ultima frase in grassetto ci conferma definitivamente che il viaggio non si svolge nell’Atlantico, poiché Cerne, per trovarsi alla stessa altezza di Cartagine o quasi, e più o meno alla stessa distanza dalle colonne come lo è dalle stesse colonne, Cartagine, si dovrebbe trovare, se il viaggio si fosse svolto nell’Atlantico, in mezzo all’Atlantico stesso, quasi a metà strada tra l’Africa e l’America; ma quell’isola, allora, si troverebbe verso occidente anziché verso oriente. E se volessimo mettere Cerne prima di attraversare Gibilterra, affinché la stessa sia verso oriente (cioè nel mediterraneo occidentale), sarebbero impossibili le distanze. Quindi niente viaggio nell’Atlantico e niente colonne a Gibilterra. Tutto il viaggio di Annone si svolge tra il promontorio di Sidi Ali El Mekki(a nord-ovest del grande golfo di Tunisi), il canale di Sicilia e la zona delle due Sirti. Annone parte sicuramente da Cartagine, attraversa le colonne, entra nel mare interno dei greci, che però è mare esterno per i cartaginesi, e, anziché continuare il viaggio in quel mare, torna indietro. Lo si deduce da più fatti: si capisce che naviga da sud verso nord (anche se lui dice di aver navigato nel mare esterno), perché dopo aver fondato una prima città salpa poi verso occidente; mentre se avesse navigato da nord a sud non ci sarebbero state le condizioni. Inoltre per via degli avvenimenti che si susseguono. Quindi, Annone torna indietro e, passo 2°, arriva nel promontorio Ermeo (Capo Bon), fonda una prima città (presso Haouaria?); e, passo 3°, salpa verso occidente raggiungendo il promontorio Solòeis, che altro non è che il promontorio di Sidi Ali El Mekki. Passo 4°: qui innalza un tempio e poi torna indietro di mezza giornata raggiungendo quel lago che si trova appena sotto quel promontorio e che è prossimo al mare, come recita il passo. Passo 5°: come sospettavo, da questo lago inizia la discesa e la perlustrazione del golfo verso sud; supera il lago e fonda 5 città. Poi, passo 6°, va dall’altra parte del golfo, giunge presso il fiume Lisso (da quella parte, però, ci sono 3 fiumi, non sapendo quale, prendo, come riferimento, il primo da sud per non scartarne qualcuno senza una ragione), e diventa amico dei lissiti con i quali si intrattiene per un certo tempo. Dopo, passo 7°, visita posti in cui abitano degli etiopi inospitali e si capisce che quei posti, assieme a quelli dei lissiti, confinano con quel luogo da cui è salpato verso occidente, perché nel passo successivo (quel fatidico 8° passo) dice che, accompagnato da interpreti lissiti, costeggia il deserto per 2 giorni verso meridione. Quel deserto (o costa deserta come scrive G.B. Ramusio nella sua opera del 1550) si trova, affacciandosi nel canale di Sicilia, subito dopo il Capo Bon. Poi, da un punto (non precisato) del deserto, Annone naviga verso oriente e raggiunge quell’isola Cerne, che altra non è che Pantelleria (Kossura per i greci); la quale si trova in fondo a un golfo, ed esattamente, perché così si può dire, rispetto al periplo (periplo della lunga penisola che termina con il Capo Bon) , alla stessa altezza di Cartagine, come sembra ad Annone. E la distanza dal quel punto del deserto, dal quale Annone gira verso Cerne, alle Colonne, è la stessa dalle colonne a quel punto, sia che uno tiri dritto per Cartagine, sia che uno giri per Cerne. E la distanza da Cerne a quel punto, è all’incirca la stessa, ora più ora meno di navigazione, da quel punto a Cartagine. Infatti Annone non dice che è uguale, ma che gli: “sembrò uguale la navigazione da Cartagine alle Colonne e da lì a Cerne”. Non conoscendo esattamente da quale punto del deserto Annone è salpato per Cerne, ho disegnato due punti con due rotte, uno a metà deserto e l’altro a fine deserto. Ma sono anche propenso a credere che quel punto si trovi tra l’inizio e la metà del deserto, perché Annone gira verso quell’isola dopo aver costeggiato solo una parte di quel deserto; e ciò mi induce a sospettare che quella distanza (da Cerne a quel punto e da esso a Cartagine), fosse la stessa e conseguentemente uguale la navigazione da Cartagine alle Colonne e da lì a Cerne. Per quanto riguarda, invece, il perimetro di 5 stadi che avrebbe avuto Cerne, la curatrice del libro in cui si parla del viaggio di Annone, Federica Cordano, dice che potrebbe essere stato di 15 stadi, perché in quel punto il libro è corrotto; ed è proprio per questo motivo (libro corrotto), quindi, che si può affermare che in quel punto del libro, poteva esserci scritto qualsiasi perimetro; anche 150 stadi come dice Strabone nel XVII libro della sua Geografia quando parla di Kossura. Poi, nei passi seguenti, Annone naviga ancora per una trentina di giorni visitando luoghi con monti altissimi, laghi e uomini selvaggi da cui scappa perché non era ben accetto. Torna a Cerne, riparte verso meridione per parecchi giorni (12), arrivando in luoghi dove di notte si vedevano accendersi dei fuochi. Giunge in un grande golfo chiamato Corno di Ponente, in cui trova un’isola all’interno di un’altra isola; avvista un presunto vulcano detto Carro degli dei, raggiunge un altro golfo detto Corno di Noto e infine arrivato in un’isola , cattura delle donne pelose chiamate gorilla che fa scuoiare e torna a Cartagine perché, per mancanza di viveri, non può navigare più oltre. Questo è il viaggio di Annone, re dei cartaginesi, oltre le colonne d’Ercole; ed ecco, qui di seguito, il risultato di questa prima parte.


P.= passi del testo
P.2°/3°: fondato prima città e salpati verso occidente
P.3°: approdo nel promontorio Solòeis
P.4°: lago prossimo al mare
P.5°: fondate 5 città
P.6°: lissiti
P.7°: etiopi inospitali
P.8°: deserto, punto del deserto verso oriente, colonizzazione di Cerne, golfo
P. dal 9°al 18°: resto del viaggio
A: Cartagine /partenza
B: lunga penisola che termina con il Capo Bon
C: Cerne /Pantelleria /Kossura





Quanto descritto sopra è il mio resoconto del viaggio di Annone, dettagliato solo fino a quel fatidico 8° passo, perché la mia attenzione è ora rivolta , affinché il viaggio di Annone sia completo e anche per curiosità, alla ricerca di quelle mitiche prime colonne d’Ercole, dalle quali gli antichi navigatori erano costretti a passare per raggiungere altre terre occidentali, perché a quei tempi si navigava vicino alla costa. La ricerca delle colonne ha bisogno, ora, dell’aiuto di Aristotele, e più precisamente di un passo tratto dal suo “trattato Sul cosmo per Alessandro”; ma questa volta, nella traduzione non di Giovanni Reale, ma della prof.ssa alla quale avevo portato, solo la versione in greco, il testo Aristotelico (vedere il mio scritto “Le colonne d’Ercole nell’ecumene di Aristotele). Ho preso il passo dalla traduzione della prof.ssa, perché, la stessa fa, del trattato, una traduzione più letterale rispetto a quella di G. Reale, come dico anche nel mio scritto sulle colonne; e una traduzione letterale è ricca di particolari che possono essere più o meno importanti a seconda di quello che una persona sta cercando. Il testo recita: “Per prima cosa, dunque, si dice che (oceano) si incurvi doppiamente alla destra di chi naviga (nel mare interno) attraverso le colonne d’Ercole, verso le cosiddette Sirti, di cui una chiamano Grande e l’altra Piccola”. Ebbene in questo passo in grassetto c’è un indizio molto forte, senza il quale non sarei approdato a niente. Così ho cercato, sulla costa africana del canale di Sicilia, una costa che si incurvi due volte, come una sorta di dosso stradale, che sia vicino alla prima delle Sirti, quindi alla Piccola, e che nei paraggi ci sia un mare basso e fangoso, come dice Aristotele in Meteorologia: “Il mare al di là delle Colonne è poco profondo a causa del fango,..”



Ho cercato le colonne tramite questi indizi, e, come per incanto, eccotele materializzarsi davanti, in tutta la loro antica conoscenza millenaria. Sembra che ti guardino e che ti dicano: “ Vieni, non aver paura, attraversaci e ti racconteremo la storia di un’isola che migliaia di anni fa era innanzi a noi e nella quale vi era tutto quello che un Uomo poteva desiderare, ma che è stata spostata e dimenticata, come lo siamo state,ancor prima, noi.”


1) colonne d’Ercole
2) isole Kerkenna
3) mare poco profondo a causa del fango
4 e 5) s’incurva doppiamente
6) piccola Sirte
P.3°: verso occidente
P.8°: verso oriente
A: Cartagine/ partenza
C: Cerne o Pantelleria








1) colonne d’Ercole
2) isole Kerkenna
3) mare poco profondo a causa del fango
4 e 5) s’incurva doppiamente
6) piccola Sirte
P3°: verso occidente
P8°: verso oriente
A: Cartagine partenza
C: Cerne o Pantelleria


Questa è la mia collocazione delle prime colonne d’Ercole degli antichi, seguendo le loro indicazioni.

Domani la 2° e ultima parte
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1 commento:

  1. E' proprio vero, la Sardegna è stata "dimenticata" dalla stora,ora tocca a noi ricordare al mondo la sua passata (e speriamo futura)grandezza.

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