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giovedì 28 aprile 2011

Mostra di scultura alla cittadella dei musei


L’Uomo Nuovo
di Giovanni Simbula.

Mostra di scultura alla Cittadella dei Musei dal 3 al 13 Maggio 2011, l’arte di creare un ponte fra scienza e spirito.
Gli scultori della Sardegna di oggi si chiamano Giuseppe Sciola, un ritorno alle civiltà del passato e al non finito, Tore Pintus, dalle forme stilizzate e aeree, Anna Cabras Brundo, dai ritratti scultorei vivi, Edoardo Pala, la semplicità in una cadenza quasi ieratica, Luciano Muscu, Salvatore Fois, Antonio Casu, Dolores De Murtas, la ricerca attraverso le tradizioni popolari, Luigi Angius, Ottavio Amaranto…e Giovanni Simbula. Sardo è pure Costantino Nivola che vive negli Stati Uniti.
Giovanni Simbula è giovane, la sua scultura prende forma e movimento soprattutto con il filo di ferro saldato, rare volte con il ferro e la lamiera. Di lui ci interessa in particolare la tematica: la Sardegna. Non crediamo di sbagliare affermando che si tratta di uno dei pochi artisti rimasti fedeli alla propria isola. Il vento, il forte maestrale che impiega uomini alberi, domina nella maggior parte delle opere. Ciò che sorprende a prima vista della produzione di sculture in ferro di Giovanni Simbula è che accanto a opere già apprezzate, quasi tutte non brunite, viene a collocarsi un'intera “Via Crucis”: su pannelli di lamiera, tutti delle dimensioni 30 x 40 cm, il paesaggio appena punteggiato, le gocce di ferro fuso hanno scandito attimo per attimo, sobriamente, il dramma della Redenzione. Lo scultore è homo faber per eccellenza proprio perché fabbrica, agisce con la materia, e dà forma in tre dimensioni alle sue creature. Simbula trasforma, o della e, con lo stilema che predilige, il filo di ferro, disegna nello spazio le sue opere ricche di significati interiori. Anche se lavora seguendo una precisa linea formale, egli dà al contenuto un'importanza fondamentale. I contenuti di Giovanni Simbula sono sincretici così come lo è il suo modus operandi. Tutto è strettamente legato dal fil di ferro, energia vitale, linea curva continua, flusso della vita che, con il suo scorrere circolare, parafrasa le linee curve di villaggi nuragici visti dall'alto.
I sette colori dell'arcobaleno che fanno da sfondo ai sette elementi della natura, creati con il fil di ferro saldato con maestria, così da formare un'immagine che trasmette un sentimento profondo. Queste sette composizioni dello scultore Cagliaritano, della dimensione di 130 x 130 cm, sono la punta di diamante di oltre 50 opere della sua personale intitolata “equilibrio degli opposti”.
Ogni opera contiene anche un elemento della tradizione nuragica perché per lui i valori del passato sono da riscoprire per farne delle bandiere in cui la società contemporanea deve ritrovarsi. Per l'artista aria, acqua, fuoco, terra, etere, cosmo e fioritura sono i cardini dell'esistenza che servono a nutrire la spiritualità dell'uomo che se ne deve servire per condurre la sua vita. Lo scultore, non a caso, per far sentire la sua “voce” scolpisce anche il cemento armato e il marmo, utilizzando tecniche miste e realizzando grandi opere che sistema in spazi all'aperto. Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private, e in molti spazi all'aperto in vari centri la Sardegna.

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